In quegli anni Battaglia aveva interrotto alcune produzioni “industriali” ed era alla ricerca di un’attività sostitutiva che avesse, comunque, una stretta attinenza con quella artistica delle Sculture.
Il catalogo Mangiarotti si collocò in modo superbo all’interno di questa traccia sia per l’importanza del personaggio che per la completezza della collezione che fu infatti, anche, un importante successo commerciale. Negli anni che seguirono si interruppe la ricerca di altri Architetti/Progettisti poiché Battaglia riuscì a utilizzare tutte le sue capacità produttive per le Sculture lavorando per tutti gli importanti Artisti dell’epoca: Azuma, Bodini, Boetti, Fontana, Manzù, Marini, Messina, Minguzzi, Pomodoro, Penone. All’inizio del 2000 Battaglia fu coinvolta in un importante progetto di Viabizzuno con i disegni di Mario Nanni e Marcello Chiarenza. Dodici sculture luminose, ognuna per ogni segno zodiacale per un totale di circa 150 pezzi.
Sull’onda di questo successo si continuò la ricerca di Art Designers e negli anni successivi iniziarono a lavorare su pezzi in bronzo sfruttando le infinite possibilità di trame e la collezione di patine dell’Azienda: Osanna Visconti che ha voluto realizzare manufatti più grandi dei gioielli di cui era abituata. Alvaro Catalan de Ocon che ha utilizzato modelli in cartone polionda da fondere direttamente per ottenere diversi sgabelli, Francesco Faccin con il progetto Serial Planks in cui le assi di legno sono state sostituite da assi di bronzo con cui montare sedie, tavoli, consolles, cavalletti e portafrutta in collaborazione con Nilufar di Milano. Formafantasma con un’ampia collezione di luci in bronzo in collaborazione con Giustini/Stagetti Galleria ‘O di Roma. Lex Pott con un progetto di seduta e tavolino ricavato da pezzi di un tronco con grande attenzione alle trame per una galleria di New York. Roberto Sironi con la collezione Fuoco: veri tronchi bruciati trasformati in pezzi in bronzo per la Galleria Bensimon di Parigi. Dimorestudio con un progetto di piccoli tavoli e lampade disegnati direttamente da loro.
Margherita Del Favero con alcuni vasi ricavati direttamente da ceppi di legno fusi in bronzo e con patine a doppio effetto. Fabio Micucci con vasi ricavati da un modello soffiato in vetro a Murano e patinati in diversi colori per la sua galleria di Los Angeles. Roberto Baciocchi con vasi e luci ottenuti dalla fusione diretta di cortecce di alberi per formare la collezione “Ecorce Collection” in collaborazione con la Galleria Nero di Arezzo.