[le rovine permettono all’uomo di percepire la distanza tra passato e presente, contestualizzandolo all’interno della storia...] Il progetto di Roberto Sironi RUINS parte dalla considerazione di questi aspetti storici e arti-stici con l’ambizione di esprimere, attraverso una serie di opere, non solo il sentimento del “tempo perduto” ma anche quello del “tem-po presente” attraverso la ri-significazione di frammenti architettonici appartenenti a diverse epoche storiche. Il risultato è una serie di opere come rovine del contemporaneo, liberamente decostrui-te e ricostruite, simulacri immaginifici, artifici programmati dove i materiali e le tecniche di esecuzione non corrispondono all’originale ma piuttosto divengono funzionali al messaggio post-archeologico veicolato. Ed è secondo questo concetto che gli elementi afferenti all’archeologia industriale vengono trasposti in sculture di bronzo attraverso la tecnica della fusione a cera persa e poi lucidati a specchio per esprimere un “tempo indefinito” che diviene ipotetico, evanescente, sospeso. Lo stesso concetto viene espresso per gli ele-menti di matrice architettonica classica, realiz-zati in Marmo Artificiale di Rima, materiale cre-ato in Piemonte (Italy) alla fine dell’800 come simulazione del marmo naturale per decorare gli interni dei palazzi di corte a San Pietroburgo e Mosca, e poi successivamente impiegato in tutta Europa. Un materiale atemporale in quan-to marmo non-geologico. Nel progetto di Roberto Sironi il concetto ar-cheologico di rovine viene così rielaborato secondo una nuova prospettiva: preso atto dei resti architettonici che il tempo e la storia ci hanno consegnato, le opere mostrano come i diversi frammenti possano essere sovrapposti e ri-significati RUINS diviene una pratica che è cosciente di utilizzare gli elementi come liberi strumenti nella costruzione del progetto, azzerando le distanze geografiche e temporali, modellando le forme secondo rappresentazioni ideali, riflettendo le utopie e le distopie del nostro tempo.
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